Secondo un’indagine europea circa il 50% della popolazione italiana mal digerisce il lattosio[1], ovvero la metà circa dei vostri clienti probabilmente fa fatica a digerirlo. Tuttavia ognuno ha una diversa tollerabilità nel digerire il lattosio e spesso questa problematica viene trascurata per anni.
Quando finalmente viene indagata, l’unica soluzione sembra essere quella di eliminare completamente i latticini dalla dieta, ma, come vedremo, non è la soluzione migliore.
Lattasi: l’enzima deputato a digerire il lattosio
Il lattosio è un disaccaride, costituito da glucosio e galattosio, presente nel latte e nei latticini. Questo zucchero non può essere assorbito a livello intestinale così tal quale, ma deve essere prima idrolizzato nei due zuccheri che lo costituiscono. Tale idrolisi viene svolta dall’enzima lattasi, enzima presente nel lume dell’intestino tenue, localizzato proprio sulla membrana dei microvilli intestinali, è qui infatti che trova le condizioni ottimali per la sua attività (temperatura di 38°C e pH 6,5).
Cosa succede se le lattasi non funzionano?
Il lattosio non idrolizzato non può essere assorbito, quindi rimane nel lume intestinale, arriva inalterato fino al colon, dove richiama acqua per effetto osmotico. Inoltre il lattosio viene metabolizzato dalla flora intestinale, con conseguente produzione di gas. Si possono avvertire quindi dolori intestinali, meteorismo, diarrea, flatulenza.
Deficit della lattasi
Un deficit delle lattasi può essere dovuto a una mutazione genetica o come conseguenza di alcune patologie intestinali (infezioni dell’intestino, enteriti acute, celiachia, morbo di Crohn, sindrome dell’intestino irritabile). C’è tuttavia una grossa differenza, nel secondo caso, infatti, la situazione può essere reversibile, guarendo la patologia che ha indotto la perdita delle lattasi, nel primo caso invece no.
Nel 90% dei casi la carenza di lattasi è dovuta ad una mutazione genetica. L’enzima lattasi è codificato dal gene LCT, una mutazione nella regolazione di questo gene può portare ad una ridotta/mancata espressione dell’enzima nei microvilli dell’intestino tenue.
È sufficiente eliminare i latticini?
Il lattosio è presente nel latte, nei latticini, ma non solo, anche nella maggior parte degli snack dolci, in molti prodotti da forno e nella quasi totalità dei prodotti di pasticceria. Se una persona mal digerisce il lattosio la prima cosa che le viene consigliata è di eliminare completamente questi alimenti dalla dieta, ma questo non è sempre possibile e non è il consiglio più corretto da un punto di vista nutritivo.
- Innanzitutto perché la totale eliminazione dei prodotti latteo-caseari comporta riduzione dell’assunzione di calcio, e si potrebbero osservare deficit di questo importante minerale.
- In secondo luogo perché questo comporterebbe una esclusione sociale dalla convivialità, e noi italiani siamo un popolo per cui la convivialità ha un ruolo molto importante.
La soluzione migliore è quella di limitare l’assunzione di lattosio e di assumere occasionalmente degli alimenti contenenti lattosio prendendo prima del pasto un integratore a base di lattasi. Le lattasi apportate, infatti, arrivano nell’intestino e digeriscono il lattosio non digerito dalle lattasi endogene.
Attenzione alla scelta dell’integratore
Consigliare un integratore di lattasi può portare grossi benefici al vostro consumatore che non digerisce il lattosio, attenzione però a sceglierne uno di qualità. Vediamo alcuni aspetti fondamentali da considerare:
- Il quantitativo di lattasi: valore imprescindibile, maggiore è il quantitativo per compressa maggiori sono le possibilità di digerire il quantitativo di lattosio assunto
- La gastroresistenza della compressa: le lattasi, come abbiamo visto, devono arrivare nell’intestino, perché qui trovano le condizioni migliori per svolgere la loro azione. Se le lattasi sono inserite in una compressa gastroresistente, allora possono passare indenni dallo stomaco e raggiungere il primo tratto intestinale
- Compliance per l’individuo: se l’integratore può essere assunto poco prima del pasto e soprattutto il numero di unità da assumere è limitato (1 massimo 2 unità) allora l’assunzione diventa comoda e pratica
- Chiarezza nell’assunzione: ogni persona, come abbiamo già detto, ha una diversa tollerabilità al quantitativo di lattosio e non sempre è facile capire quante compresse assumere, per questo può essere utile trovare all’interno della confezione un foglietto illustrativo che ne spieghi le modalità di assunzione.
Come consigliarlo? Se il quantitativo di lattasi per compressa è alto, ad esempio 15000 unità, si può consigliare alle prime assunzioni di cominciare con 2 compresse e di valutarne i benefici, successivamente è possibile ridurre a 1 compressa, in base all’esperienza positiva o al quantitativo di lattosio nel pasto.
[1] EFSA, 2010 Scientific Opinion on lactose thresholds in lactose intolerance and galactosaemia.
A cura della Dr.ssa Laura Rubini
