Da ormai alcuni anni l’utilizzo della Cannabis a scopi terapeutici ha sempre più riscontri, nonostante nell’immaginario comune sia ancora impressa per il suo utilizzo ludico. Questa immagine della Canapa può portare con sé dubbi nel consiglio e nell’assunzione.

Cerchiamo insieme di avere qualche elemento in più per poter consigliare e rassicurare.

Componenti attivi della Cannabis

Il delta-9-tetraidrocannabinolo, meglio noto come THC, è uno dei maggiori componenti della Cannabis. Si trova nelle infiorescenze della pianta, dove è presente in concentrazioni variabili tra il 10 e il 27%, ed è il responsabile della sua azione psicotropa.

Altro metabolita di particolare interesse è il cannabidiolo, o CBD, che possiede numerose proprietà benefiche per l’organismo. A differenza del THC questo non è psicoattivo e non crea assuefazione.

I fitocannabinoidi esplicano le loro azioni interagendo con i recettori cannabinoidi.

Il sistema cannabinoide endogeno

L’organismo umano produce di per sé delle molecole, dette endocannabinoidi, che agiscono sul sistema cannabinoide endogeno. Sono quindi fisiologicamente presenti dei recettori per tali sostanze e sono prevalentemente di due tipi:

  • Recettori CB1, presenti prevalentemente a livello del Sistema Nervoso Centrale e coinvolti nell’elaborazione emotiva;
  • Recettori CB2, collocati più che altro sulle cellule del sistema immunitario e coinvolti nelle risposte infiammatorie.

In particolare la stimolazione dei recettori CB1, collocati a livello presinaptico e accoppiati a proteine G di tipo inibitorio, va a bloccare la liberazione dei neurotrasmettitori, modificando l’eccitabilità neuronale e la neurotrasmissione.

L’utilizzo negli integratori

Il Ministero della Salute italiano ammette l’utilizzo negli integratori di due parti della Cannabis sativa: i semi e l’olio di semi. A tal proposito è bene sottolineare che le infiorescenze, l’olio di Canapa (quindi ottenuto da parti diverse dai semi) e l’olio di CBD non sono ammessi in Italia come integratori e la legislazione al riguardo è ancora lacunosa.

L’olio di semi di Cannabis sativa risulta la parte di maggiore interesse nutraceutico e proprio a questo vengono riconosciute le proprietà salutistiche.

➞ La sua ricchezza

Il processo di produzione dell’olio di semi di Canapa, che prevede una spremitura a freddo e una filtrazione meccanica, consente di mantenerne intatte le caratteristiche nutrizionali ed evita l’utilizzo di solventi, additivi o antiossidanti.

L’olio così ottenuto viene anche chiamato “Oro verde” in virtù della sua ricchezza nutrizionale. Tra gli altri componenti, ricordiamo gli acidi grassi essenziali poli-insaturi, omega 3 e 6, presenti nel rapporto ideale 1:3, che nessun altro alimento è in grado di dare.

➞ Sicurezza d’uso

Oltre alla sua ricchezza nutrizionale, è bene anche sottolineare che l’olio di semi di Canapa è del tutto privo di THC. Questo ne rende sicuro l’utilizzo, non presenta infatti effetti psicotropi, non interferisce con le attività quotidiane, non crea dipendenza o assuefazione.

 

A cura della Dr.ssa Silvia Oberti

 

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