Il controllo della colesterolemia e del profilo lipidico rappresenta uno dei principali interventi per ridurre i fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, tra le prime cause di ospedalizzazione nei paesi sviluppati[1].
In questo contesto il ruolo del professionista risulta fondamentale, non esiste infatti un unico approccio alla problematica anzi in alcuni casi può essere utile intervenire su più fronti.

L’approccio nutraceutico: quando e cosa consigliare

L’analisi del profilo lipidico, che consiste nella quantificazione di colesterolo totale, HDL, LDL e trigliceridi, è la prima indagine consigliata.
In caso di ipercolesterolemia o ipertrigliceridemia l’inizio tempestivo del trattamento può avere ripercussioni positive sul benessere della persona nel breve e nel lungo periodo.
Vediamo quando è utile l’approccio nutraceutico e la sua eventuale associazione alla terapia farmacologica.

1. Come inserire l’approccio nutraceutico

È il professionista che deve valutare se il soggetto è adatto ad un approccio nutraceutico, ad esempio:

  • Se il rischio è limitato perché i valori sono poco superiori ai limiti consigliati
  • Se il soggetto non presenta alterazioni metaboliche complesse
  • Se il soggetto non tollera il trattamento farmacologico
  • Se il soggetto è giovane e non vuole approcciarsi subito al trattamento farmacologico
  • Se il soggetto è già in trattamento farmacologico ma la risposta non è sufficiente

Oggigiorno purtroppo si tende a ragionare ancora con un APPROCCIO CLASSICO nella gestione dei fattori di rischio cardiovascolari.
Il primo consiglio che viene fornito al consumatore è quello di modificare il proprio stile di vita. Se questo intervento non è sufficiente si consiglia un prodotto nutraceutico, e se non basta si passa alla terapia farmacologica.
Questo approccio ha una serie di limiti, ad esempio una volta iniziata la terapia farmacologica il soggetto tende non mettere più in pratica i consigli precedenti.

Molto più interessante invece intervenire con un approccio di INTEGRAZIONE RAGIONATA[2], che può essere applicata da tutto il personale sanitario, non solo medico ma anche farmacista o erborista.
Con questa metodologia la modifica dello stile di vita è alla base dell’approccio e deve essere sempre seguita.
La grossa novità consiste nella gestione dell’intervento:

  • Nella prima fase viene sempre consigliato un supporto nutraceutico
  • Successivamente, se questo non è sufficiente per controllare quel fattore di rischio, invece di eliminarlo si predilige un’interazione tra la terapia farmacologica e l’integratore
  • Interessante anche l’associazione tra nutraceutici e farmaci per fattori di rischio cardiovascolare differenti.

2. Le sostanze naturali per la gestione del profilo lipidico

In ambito fitoterapico si distinguono 3 sostanze per la gestione del profilo lipidico con maggiori evidenze scientifiche a supporto: Monacolina K, Omega 3 e Coenzima Q10.
Ognuna di queste sostanze ha un’utilità specifica, facciamo chiarezza su quando utilizzarle:

  • Monacolina K: è quella più indicata per controllare i valori di colesterolo totale, con un utilizzo giornaliero di 10 mg.
  • Omega 3: acidi grassi polinsaturi (DHA e EPA) utili per supportare il metabolismo dei trigliceridi. Inoltre proteggono il sistema cardiovascolare, con un’assunzione di 250 mg die di EPA e DHA.
  • Coenzima Q10: o ubiquinone, è da integrare in caso di riduzione dei livelli fisiologici, causata da invecchiamento e alcuni farmaci. In questo studio è stato utilizzato anche in soggetti con valori elevati di LDL. [3]

In base all’analisi del profilo lipidico si valuta se consigliare solo una di queste sostanze o in associazione.

Associazione farmaci-nutraceutici per la gestione dei fattori di rischio

> Le associazioni consigliate
Nel caso in cui la mono-integrazione non è sufficiente, vediamo alcuni esempi di associazioni utili:

FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLARI

COLESTEROLO ALTO
Statine + Coenzima Q10 Le statine riducono i livelli fisiologici di Coenzima Q10, per questo è utile integrarlo.
Monacolina K + Coenzima Q10 Per un’azione completa su Colesterolo tot, LDL e HDL
COLESTEROLO E TRIGLICERIDI ALTI
Statine + Omega 3 Le ultime linee guida europee suggeriscono di ricorrere alla somministrazione di Omega 3 già per valori di trigliceridi di 135 se il soggetto presenta valori di colesterolo alto.[4]

> Tali associazioni sono sicure?
Anche le sostanze naturali possono influenzare la biodisponibilità dei farmaci, per questo motivo prima di proporre delle associazioni è bene accertarsi che siano sicure.

In caso di evidenze scientifiche divergenti, è il Ministero della Salute stesso a sconsigliarle, ad esempio è controindicata l’associazione di Statine con la Monacolina K. È un obbligo di legge inserire tali controindicazioni sull’astuccio o sull’etichetta degli integratori, quindi consigliamo sempre di leggere le avvertenze. Se i dubbi persistono è sempre possibile contattare l’azienda produttrice.

Per maggiori informazioni circa le interazioni tra farmaci e integratori vi invitiamo a leggere quest’articolo:
https://www.naturando.it/newsprivate/associazioni-tra-integratori-a-cosa-fare-attenzione/.

 

A cura della Dr.ssa Laura Rubini

 

[1] * https://www.who.int/gho/ncd/risk_factors/cholesterol_text/en/
[2] A.Poli et al. Nutraceutici, integratori e alimenti funzionali Nel controllo della colesterolemia. Una guida per il medico. Position paper intersocietario.
[3] Schmelzer C et al. Ubiquinol-induced gene expression signatures are translated into altered parameters of erythropoiesis and reduced low density lipoprotein cholesterol levels in humans. 2011.
[4] 2019 ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias: lipid modification to reduce cardiovascular risk: The Task Force for the management of dyslipidaemias of the European Society of Cardiology (ESC) and European Atherosclerosis Society (EAS). Eur H J., ehz455.

 

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