
Il sonno non è uguale per tutti in termini di durata e di qualità, poiché varia in base all’età e alle abitudini personali. Per la maggior parte delle persone adulte è sufficiente dormire dalle 7 alle 8 ore a notte. I cosiddetti “dormitori lunghi” necessitano di più ore di riposo, mentre per i “dormitori corti” sono sufficienti 5 o 6 ore di sonno per stare bene.
Cosa succede al corpo se non si dorme abbastanza?
Una buona qualità del sonno è essenziale, poiché incide in modo fondamentale sul benessere psicofisico dell’individuo. La carenza di sonno infatti comporta sensazioni sgradevoli quali: stanchezza cronica, diminuzione dell’attenzione, della concentrazione e irritabilità. Gli effetti più insidiosi sulla salute dell’organismo sono:
- indebolimento del sistema immunitario
- aumento dei rischi per lo sviluppo di malattie cardiovascolari
- aumento del peso
- ridotta rigenerazione dei tessuti cellulari
Ti sarà capitato, una sera, di non riuscire a prendere sonno e rigirarti continuamente nel letto, faticando a trovare la posizione migliore per conciliare l’addormentamento. Questo può avvenire dopo una giornata particolarmente intensa o se il giorno dopo ci aspetta un evento importante. Diverso è lo sperimentare più notti alla settimana, per un periodo prolungato di tempo, delle significative difficoltà a mantenere una buona qualità del sonno. Si parla in questi casi di disturbi del sonno.
Insonnia e disturbi del sonno
Il disturbo del sonno più conosciuto è l’insonnia, l’incapacità di prendere sonno anche quando se ne sente il bisogno. Si differenzia in insonnia iniziale (difficoltà ad addormentarsi), insonnia di mantenimento (frequenti e prolungati risvegli notturni) ed insonnia terminale (risveglio precoce al mattino senza riuscire a riaddormentarsi). Le cause possono essere sia di origine psicologica (stress, ansia, depressione), che di origine fisica (malattie o dolori fisici), oltre che una cattiva igiene del sonno.
Un fattore di rischio, ad esempio, per una buona qualità del sonno è l’attività lavorativa svolta su turni anche notturni: le continue variazioni di orario possono infatti causare un’alterazione del ritmo sonno-veglia, disregolando il nostro “orologio interno” e di conseguenza il corretto susseguirsi di riposo e stato di veglia.
Se circa il 30-50% degli adulti fa esperienza occasionale di difficoltà nel riposo notturno si calcola che i disturbi del sonno colpiscano il 6-13% della popolazione, con una frequenza maggiore nelle donne.
In questi casi, l’aiuto di uno specialista diventa essenziale: quando il disturbo si sta prolungando nel tempo, pregiudicando in modo significativo la qualità di vita, è bene rivolgersi ad un professionista (psicoterapeuta, psichiatra, neurologo) per individuare eventuali cause e possibili strategie di intervento.
Alcune buone regole ci possono aiutare a migliorare in generale la qualità del nostro riposo e coadiuvare, affiancandoli, altri interventi a favore di un buon sonno.
Come dormire bene: 7 regole d’oro
- Andare a letto e svegliarsi alla stessa ora. Il ritmo sonno-veglia è regolato da un orologio interno che si adatta agli stimoli esterni.
- Limitare l’esposizione alla luce degli schermi. L’utilizzo di tablet e cellulari prima di dormire ha un’azione attivante sul nostro cervello.
- Relax. Dedicare un po’ di tempo ad attività piacevoli come la lettura di un libro, un bagno caldo o della musica rilassante.
- Evitare il consumo di caffeina nelle ore serali.
- Evitare cene abbondanti e ad alto contenuto proteico.
- Esercizio fisico in momenti adeguati. Lo sport ha effetti benefici sul corpo e sull’umore, ma l’attività fisica di media-alta intensità possiede anche un effetto eccitante sul nostro cervello, ostacolando l’addormentamento.
- Dormire in un luogo silenzioso e buio. Fattori come la luce o il rumore eccessivo tengono “sveglio” il nostro cervello, rendendo difficile il prendere sonno.
A cura della psicoterapeuta Dott.ssa Giulia Deretti